Amati dal Padre nell’unico Figlio amato
Celebriamo in questa domenica la Festa del Battesimo del Signore. Si conclude, oggi, il tempo di Natale e avrà inizio il Tempo Ordinario. Sentiamo ancora la gioia e il calore del Natale eppure già ci viene presentato un Gesù adulto pronto a intraprendere la sua vita pubblica. Giovanni il Battista battezzava nel deserto e invitava a un battesimo di conversione per il perdono dei peccati (cfr Mc 1,4). Si trattava di un battesimo di penitenza per essere purificati dai peccati. Molti accorrevano da Giovanni e si facevano battezzare da lui. Il brano evangelico odierno (Mc 1,7-11) si apre con il riconoscimento da parte del Battista dell’aspetto provvisorio e imperfetto del suo battesimo. Dice infatti a quelli che vengono a lui: “Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo” (vv 7-8). Il Battista riconosce il carattere provvisorio e limitato del suo battesimo con acqua rispetto a Gesù che è più forte di lui e battezzerà in Spirito Santo liberando definitivamente e realmente l’uomo dal peccato. Eppure Gesù si fa battezzare dal Battista: “Ed ecco, in quei giorni, Gesù venne da Nàzaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni” (v 9). Tante persone si mettevano in fila per farsi battezzare e tra loro c’era Gesù. È un procedere e un incamminarsi con gli altri, un mescolarsi con un’umanità segnata dal peccato senza porre distinzioni e in questo quadro ordinario Gesù riceve il Battesimo. Questo non significa che Gesù abbia peccato anzi Gesù è senza peccato ma si fa solidale con i peccatori, vuole condividere la nostra condizione umana, mettersi a fianco di ognuno di noi. È un gesto alquanto significativo e programmatico che anticipa tutte quelle situazioni in cui Gesù, nel suo ministero, si sarebbe messo dalla parte dei poveri e degli ultimi. Egli, nostro fratello, è venuto nel mondo per condividere in tutto la condizione degli uomini. E accade qualcosa di sorprendente: quel giorno Gesù vede e ascolta. Prima vede: “E subito, uscendo dall’acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba” (v 10). Ci sono due elementi strettamente connessi: lo spalancarsi dei cieli per indicare il diretto intervento di Dio che si fa vicino all’uomo, la discesa dello Spirito Santo su Gesù che lo indica come Messia e Salvatore. E poi ascolta: “E venne una voce dal cielo: Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento” (v 11). Sono parole dirette di Dio che rivelano l’identità di Gesù e l’amore infinito del Padre. Gesù è il Figlio amatissimo del Padre, in una relazione unica e personale con Lui, in tutto obbediente alla sua volontà, tanto da potersene compiacere. Il battesimo del Signore è un momento in cui è coinvolta tutta la Trinità: Padre, Figlio e Spirito Santo. E Gesù ricevendo la forza dello Spirito e ascoltando la voce del Padre, ora, dà inizio alla missione per la quale si è incarnato. Il battesimo di Gesù nel Giordano ci conduce a ripensare al grande dono del nostro battesimo, sacramento che ha segnato l’inizio della nostra vita cristiana e con il quale siamo stati accolti nella Chiesa. Ci invita a riflettere sul nostro essere figli amati dal Padre nell’unico Figlio, a guardare al nostro percorso di sequela di Cristo, a volgere la nostra vita sempre al bene lasciando che lo Spirito Santo effuso nei nostri cuori ci renda creature nuove. L’appartenenza a Gesù sigillata nel battesimo ci impegna a vivere come Lui, a camminare nella via della santità. E questo ogni giorno e nelle condizioni ordinarie della vita. Con il battesimo è iniziata la più grande avventura, la più bella storia d’amore che mai sia stata vissuta, la storia d’amore tra il Padre e ognuno di noi suoi figli. Siamo entrati nella famiglia di Dio per pura grazia e per amore. Lasciamo che sia questo amore divino a illuminare i nostri giorni e sostenere la nostra speranza.