Salvezza e vita eterna per chi ha fede
Il vangelo della domenica odierna ci presenta due racconti di miracoli che l’evangelista Marco, abilmente, intreccia l’uno con l’altro: la risurrezione della figlia di Giàiro e la guarigione della donna affetta da emorragie (5,21-43). “In quel tempo, essendo Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: La mia figlioletta sta morendo; vieni ad imporle le mani, perché sia salvata e viva. Andò con lui.” (vv 21-24). Giàiro ricopriva un ruolo religioso e sociale di rilievo. Angosciato per la figlia morente con fiducia si rivolge a Gesù, lo implora insistentemente di intervenire per la guarigione mediante un gesto sacro. Gesù accoglie la supplica di quell’uomo e si mette subito in cammino con lui. E nel tragitto avviene l’incontro con l’emorroissa: “Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. Diceva infatti: Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata. E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male” (vv 25-29). Questa donna sa di essere impura e pertanto esclusa dalla comunità secondo la legge ebraica. A niente le erano valsi i tentativi fatti per la guarigione e avendo sentito parlare di Gesù, con fiducia, va da Lui sicura che anche un semplice gesto come “toccare il suo mantello” l’avrebbe salvata e guarita. “E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: Chi ha toccato le mie vesti? I suoi discepoli gli dissero: Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: Chi mi ha toccato? Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Ed egli le disse: Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va in pace e sii guarita dal tuo male” (vv 30-34). La donna inizialmente cerca di nascondersi a causa della sua condizione ma quando Gesù la vuole vedere, pretesa contestata come assurda dai suoi discepoli, viene allo scoperto e il Signore le riconosce apertamente la sua fede. E proprio per questa fede in Lui le restituisce non solo la sua dignità rendendola pura e reinserendola nella comunità ma le dona la salvezza cioè la vita in pienezza e la guarigione. E dentro questa gioia, arrivano dalla casa di Giàiro a portare una notizia terribile: “Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il maestro?” (v 35). Tutto è ormai finito ma non per Gesù, il quale “disse al capo della sinagoga: Non temere, soltanto abbi fede” (v 36). È l’invito a continuare ad avere fede in Gesù, a perseverare in questa fede nonostante agli occhi umani, vista la morte sopraggiunta, sembri tutto inutile. Là dove c’è la morte più nulla sembra possibile. Gesù, arrivato a casa di Giàiro, è deriso perché afferma che la bambina non è morta ma dorme (cfr vv 38-40). Allora “prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. Prese la mano della bambina e le disse: Talità kum, che significa: Fanciulla, io ti dico, àlzati! E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni” (vv 40-42). Gesù ridona la vita! Ridesta dal sonno della morte! Dove regna la morte è possibile, per la fede in Gesù, vedere la risurrezione. È il mistero pasquale di Gesù che ha sconfitto la morte e ci ha donato la vita eterna. Fede in Gesù e salvezza offerta all’uomo che crede: ecco cosa imparare oggi. Come Giàiro e l’emorroissa, rivolgiamoci a Gesù con una fede grande in qualsiasi situazione possiamo trovarci, semplice o drammatica che sia, sapendo che al di là di come tutto possa risolversi Egli certo non manca di offrirci la salvezza e la vita per sempre.