Eucaristia: dono d’amore per tutti
Solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo. La Liturgia odierna ci fa leggere il racconto dell’Ultima Cena nella versione di Marco (14,12-16.22-26). Gesù è a Gerusalemme in occasione della Pasqua ebraica, ultima Pasqua prima del suo arresto e della sua morte in croce. Nel primo giorno degli Àzzimi i discepoli chiedono a Gesù dove andare per preparare la cena pasquale ed Egli ne invia due in città per i preparativi (cfr vv 12-13). Dà loro delle indicazioni precise e sorprendenti: innanzitutto un segno convenuto quello dell’incontro con un uomo che porta una brocca d’acqua (cfr v 13) -compito che solitamente spettava alle donne– e che essi devono seguire fino a una casa; poi la grande sala al piano superiore “arredata e già pronta” (v 15) nella quale allestire la cena. Gesù siede a tavola. La cena pasquale ebraica era presieduta dal capofamiglia, in questa cena è Gesù che presiede la tavola e compie un’azione rituale con gesti particolari e parole inaspettate sul pane e sul vino istituendo il dono inestimabile dell’Eucaristia. “Mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro dicendo: Prendete, questo è il mio corpo” (v 22). Prende il pane: azione quotidiana ma carica di significato in quella ultima cena e rivolge a Dio la benedizione. E poi lo spezza, gesto accompagnato dalle parole per le quali quel pane diventa il suo corpo donato di cui nutrirsi. Chiaro è il riferimento al momento culminante del dono che Gesù farà di tutto sé stesso sulla croce, per amore e per la salvezza dell’intera umanità. Poi Gesù prende il calice, rende grazie a Dio, lo dà ai discepoli perché ne bevano (cfr v 23) e con solennità dichiara: “Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti” (v 24). Come ha dato il suo corpo porgendo il pane, così ora Gesù dà il suo sangue porgendo il calice del vino. Quel vino versato che è il sangue versato sulla croce sigilla un’alleanza nuova non solo per gli apostoli che sono lì con Lui, non solo come compimento dell’antica alleanza con Israele (cfr Es 24,8: I lettura) ma molto di più. Un’alleanza segnata dal mistero pasquale di Gesù, un’alleanza segnata non dal sangue di animali ma dal sangue stesso di Cristo offerto “per molti” cioè “per tutti i popoli”. Il termine “per” è molto importante in quanto evidenzia come tutta l’esistenza di Gesù così come la sua morte sono state un “dono” all’umanità libero e universale, voluto e consapevole anche oltre ogni rifiuto. Celebrare l’Eucaristia non è solo riconoscere in modo dottrinale che nei segni del pane e del vino Gesù è presente. Occorre partecipare a questa mensa, nutrirsi di Gesù per entrare in comunione con Lui, per una vita che è per sempre e una salvezza che è eterna, per conformarci a Lui e divenire a nostra volta corpo spezzato e sangue versato, dono di amore ai fratelli. Chi partecipa all’Eucaristia e ne mangia non può chiudere Gesù nel proprio cuore come un tesoro geloso, anzi è chiamato a spendersi gratuitamente per gli altri, a condividerne le gioie e le sofferenze, a impegnarsi nella carità e nel servizio fraterno. L’Eucaristia non è un una ricompensa per i buoni, un privilegio per i giusti, ma sostegno al nostro cammino, farmaco per i malati, viatico per i peccatori. “In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio” (v 25). Il banchetto eucaristico prelude al banchetto del Regno di Dio. Solo quando nella casa di Dio tutti i suoi figli saranno presenti e quel Regno sarà nella pienezza definitiva, solo allora Gesù risorto berrà il vino nuovo. “Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi” (v 26). Marco è l’unico degli Evangelisti a riportare, nell’episodio dell’Ultima Cena, il dettaglio del canto, che diventa per il cristiano che si è nutrito del corpo e del sangue di Cristo segno di gioia. La processione con il Santissimo Sacramento –caratteristica della festa del Corpus Domini– sia testimonianza gioiosa dell’amore di Gesù che nell’Eucaristia si dona a noi e resta sempre con noi.