Tentazione e vittoria, conversione e fede
Il brano evangelico della prima domenica di Quaresima (Mc 1,12-15) si compone di due parti: il racconto della tentazione (vv 12-13) e l’introduzione al ministero pubblico di Gesù (vv 14-15). “In quel tempo lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana” (v 12-13a). Il Signore è portato nel deserto dallo stesso Spirito che era disceso su di lui nel momento del battesimo (v 10). Il verbo “sospinse” alla lettera significa “gettare, scagliare, buttare”. Si tratta di un’azione dello Spirito voluta e forte, determinata e necessaria che conduce Gesù alla lotta contro Satana. In tal modo Gesù è profondamente solidale con l’uomo sottoposto alle tentazioni del Demonio. Nell’itinerario quaresimale anche noi siamo spinti con forza dallo Spirito nel deserto per imparare da Gesù ad affrontare il maligno. E Gesù nel deserto è tentato per quaranta giorni. C’è qui un rimando all’Antico Testamento quando si racconta del popolo d’Israele che aveva soggiornato nel deserto quarant’anni e tentato e messo alla prova si era dimostrato infedele. E nel Nuovo Testamento molte volte si incontra il verbo “tentare” inteso come “mettere alla prova”, “provare”. Gesù stesso viene messo alla prova non solo da Satana nel deserto per quaranta giorni, ma nel corso di tutta la sua vita da farisei, dottori della legge e anche gente comune. La tentazione pertanto abbraccia tutta la vita di Gesù. Egli è sottoposto a continue prove e insidie e probabilmente per questa ragione Marco non specifica, a differenza di Matteo e Luca, il contenuto delle tentazioni. Possiamo così comprendere che quanti si mettono alla sequela del Signore non saranno risparmiati dalla tentazione. Siamo anche noi immersi in una lotta continua contro il male ma non temiamo! Certo siamo deboli e fragili ma sostenuti da Gesù che senza sconti ha affrontato la lotta contro Satana e ci accompagna con la sua grazia e ci salva impegniamoci a respingere le seduzioni del male. E Gesù “Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano” (v 13b). Nel deserto Gesù ricostruisce quel rapporto di armonia con il mondo animale che secondo la tradizione giudaica era stato distrutto con il peccato di Adamo e sperimenta il servizio degli angeli che ne riconoscono la signoria. In tal modo si vuole dire che Gesù esce vittorioso da questa tentazione e sconfigge Satana. Così scrive il Catechismo della Chiesa Cattolica: «Gesù è il nuovo Adamo, rimasto fedele mentre il primo ha ceduto alla tentazione. Gesù compie perfettamente la vocazione d’Israele: contrariamente a coloro che in passato provocarono Dio durante i quaranta anni nel deserto, Cristo si rivela come il Servo di Dio obbediente in tutto alla divina volontà. Così Gesù è vincitore del diavolo» (n. 539). Se Gesù ha sconfitto Satana, acquista ancora più significato l’inizio del suo ministero pubblico. “Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel vangelo» (v 14-15). Troviamo qui due imperativi che costituiscono il programma del tempo quaresimale: convertitevi e credete. Gesù ci chiama a conversione, a cambiare. Non si tratta semplicemente e solo di un cambiamento morale, ma un radicale cambiamento del proprio modo di vedere e pensare, di giudicare e vivere. E il discepolo per convertirsi deve fare spazio alla buona notizia annunciata da Gesù: il Regno di Dio è vicino. È così vicino che si è fatto uomo, è entrato nella storia, ha condiviso in tutto la condizione umana fuorché il peccato e per amore ha donato se stesso. Il discepolo che scopre l’amore di Gesù che per salvarci da Satana ha sacrificato la sua vita è chiamato anche a credere fortemente in Lui cioè fidarsi di Gesù che cammina con noi e per noi ha preparato una gioia senza fine. Conversione e fede non possono stare disgiunte. Occorre avere fede in Gesù per poter intraprendere un cammino di conversione e occorre convertirsi per crescere nella fede. A tutti buona Quaresima!