Come Giovanni così il discepolo: conversione e umiltà
In questa seconda domenica di Avvento leggiamo il prologo del vangelo di Marco (1,1-8). “Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio. Come sta scritto nel profeta Isaia” (v 1-2). Il termine “Inizio” indica il fondamento e il punto di partenza; qualcosa di nuovo rispetto al passato e insieme qualcosa di fondamentale e decisivo. La parola “Vangelo” sta per buona e bella notizia, lieto annuncio della salvezza di Dio che cambia la vita degli uomini. La buona e bella notizia è anzitutto una persona: “Gesù” che significa “il Signore salva”, “Cristo” cioè “il Messia, l’Unto, discendente di Davide atteso da Israele”, e “Figlio di Dio” per indicare la relazione col Padre. Marco qualifica il nome proprio di Gesù con i titoli di “Cristo” e “Figlio di Dio” per evidenziarne in modo chiaro l’identità che sarà confermata anche dall’apostolo Pietro “tu sei il Cristo” (Mc 8, 29) e dal centurione che dirà “Davvero quest’uomo era Figlio di Dio” (Mc 15,39). E poi il riferimento al profeta Isaia indica una continuità tra ciò che sta per iniziare e ciò che precede. In questo contesto compare la figura Giovanni Battista con due citazioni profetiche dell’Antico Testamento “Ecco, dinnanzi a te io mando il mio messaggero: egli preparerà la tua via” (v 2); “Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri” (v 3). Giovanni è il messaggero e la voce che precorre e annunzia la venuta di Gesù al quale occorre preparare la via. Le profezie si compiono, Dio è fedele alle sue promesse anche in modi inaspettati e imprevisti. Così fa anche nella nostra vita! Magari non ce ne accorgiamo oppure ci sorprende mandando davanti a noi altri Giovanni per predisporci all’incontro con il Signore che viene. L’attività di Giovanni: “…battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati” (v 4). Il precursore amministra un battesimo di conversione per la remissione dei peccati. Conversione vuol dire cambiamento di rotta, di mentalità e di orizzonti. Un cambiamento profondo e radicale. Si tratta di allontanarsi dal peccato, prenderne le distanze in modo deciso e voluto. Cambiare il nostro modo di pensare e vedere ritornando a Dio, scegliendo il bene per far spazio a Gesù che arrivando non deve trovare impedimenti o sbarramenti. Liberiamo la strada da tutti gli ostacoli che la ingombrano: egoismi radicati nell’animo, rancori portati dentro da tempo, comode e facili indifferenze di fronte alle necessità altrui, prepotenze e astio sempre pronti ad emergere, incapacità di perdonare e amare, pigrizie e omissioni, superbia e orgoglio, rifiuto del prossimo ecc. Proviamo a rientrare in noi stessi, a saper vedere il nostro peccato per incamminarci nella via della conversione. “Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati” (v 5). Anche noi impariamo ad “accorrere”, ad affrettarci in questo cammino desiderosi, come quegli abitanti, di riconoscere il nostro peccato per essere immersi nel fiume di grazia che Gesù ci dona. E Giovanni proclamava: Viene dopo di me uno che è più forte di me; io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo” (vv 7-8). Le prime parole pronunciate da Giovanni non sono rivolte ad annunciare sé stesso o il proprio programma, ma hanno lo scopo di preparare l’arrivo di qualcuno di più importante di lui. Grande umiltà quella di Giovanni! La sua capacità di mettersi da parte, di fare un passo indietro per attirare l’attenzione su Gesù che porterà un nuovo battesimo che ci riveste della potenza stessa di Dio. Si tratta, in definitiva, del compito di ogni discepolo: un compito quanto mai attuale in questo tempo di Avvento in cui tutti siamo chiamati a dare tempo e spazio a qualcuno che viene e che è più forte di noi perché possiede la forza dell’amore: ecco la buona notizia che permette alla nostra vita di ripartire sempre.